Dal sito di HealthDesk

http://www.healthdesk.it/benessere/caldo-manda-tilt-cervello-bastano-due-ore-senza-bere-uscire-fuori-testa

Il caldo manda in tilt il cervello. Bastano due ore senza bere per uscire fuori di testa

Ce ne eravamo accorti e la scienza ce ne dà conferma. Dall’analisi di 33 studi emergono le conseguenze della disidratazione sulle performance cerebrali: cala la concentrazione, si riducono i riflessi, peggiora il coordinamento.

Il caldo dà alla testa. Lo dice anche la scienza. Due ore senza bere quando il sole estivo rende l’aria rovente possono mandare in tilt il cervello provocando difficoltà di concentrazione e di coordinamento e rallentando i riflessi. A dimostrare, dati alla mano ciò, che tutti stanno sperimentando in prima persona in questi giorni sono gli autori di uno studio pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise. Si tratta di una metanalisi condotta su 33 studi incentrati sugli effetti della disidratazione sulle performance cerebrali.

Senza liquidi, addio alla concentrazione: Tutti i partecipanti dei diversi studi rimasti a lungo senza assumere liquidi hanno ottenuto risultati scadenti nei test di concentrazione. Commettendo un numero crescente di errori quando gli veniva chiesto, per esempio, di cimentarsi in prove banali e ripetitive come premere un pulsante. Poco male finché si tratta di un test. Ma la vita quotidiana è piena di situazioni che richiedono un buon livello di concentrazione per non provocare incidenti. «Mantenere la concentrazione in un meeting lungo – dice Millard Stafford coautore dello studio – guidare la macchina, un lavoro monotono in un’azienda dove fa caldo e che richiede di mantenere l’attenzione sono solo alcuni esempi. Ma anche compiti più elevati come fare calcoli o ragionamenti logici sono messi a dura prova».

Non c’è preavviso: Nessuno può prevedere quando esattamente arriverà la defiance. Ma i ricercatori hanno calcolato che la disidratazione diventa critica al livello di una perdita del 2% della massa corporea. Da quel momento in poi il cervello entra in crisi.

«Esiste una cospicua documentazione sul fatto che se si perde il due per cento di acqua si compromettono le capacità fisiche come la resistenza muscolare o le abilità sportive o la capacità di regolare la temperatura corporea –  afferma Millard-Stafford – Volevamo vedere se accadesse una cosa simile per la funzione cognitiva».

In un’ora di intensità moderata a 27 gradi centigradi con umidità non elevata si può perdere quasi un chilo di acqua. «Se si perde il 4 o il 5 per cento della massa corporea ci si può sentire a terra – dice Millard-Stafford – L’acqua è il nutriente più importante». Le persone anziane sono più a rischio di disidratazione perché spesso non avvertono la sensazione della sete. Inoltre i reni hanno una minore capacità di contenere le urine lasciando l’organismo privo di fluidi.

Arrivano dalla Società Italiana di Neurologia (SIN) e dall’Accademia LIMPE DisMov una serie di consigli per affrontare meglio i mesi estivi. Il caldo estivo rappresenta causa di disagio per la maggior parte delle persone ma, ancora di più, per quelle che devono convivere con una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale quale è il Parkinson.

https://www.pharmastar.it/news/neuro/parkinson-dagli-esperti-i-consigli-per-lestate–24629

Caldo: convivere con il Parkinson d’estate, i consigli dei neurologi. Una serie di consigli utili per aiutare i pazienti affetti da Parkinson ad affrontare al meglio i mesi estivi

http://www.meteoweb.eu/2017/08/caldo-convivere-con-il-parkinson-destate-i-consigli-dei-neurologi/943095

Perchè i parky soffrono particolarmente gli sbalzi di temperatura?

Parkinson e temperature calde : anticipiamo i problemi !

 

E occhio alla conservazione dei farmaci in estate!

L’AIFA ha curato la pubblicazionedella Guida “Farmaci&Estate”, realizzata per illustrare i rischi più frequenti che si possono correre nella conservazione, nel trasporto e nell’utilizzo dei medicinali durante la stagione estiva.

In estate, infatti, l’arrivo delle alte temperature impone di prestare un’attenzione ancora maggiore alle modalità di conservazione dei farmaci. Con alcune semplici accortezze, illustrate nella Guida realizzata da AIFA, è possibile evitare una diminuzione dei livelli di qualità, sicurezza ed efficacia dei farmaci che assumiamo.

http://www.agenziafarmaco.gov.it/sites/default/files/Farmaci_&_Estate_2017_0.pdf

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