Balla che ti passa. La danza aiuta i neuroni

I malati di Parkinson – spiega il prof. Gianni Pezzoli, Presidente AIP (Associazione Italiana Parkinsoniani) – perdono la motilità automatica (che rappresenta l’80% circa della motilità generale), e devono quindi “volere” ogni singolo movimento. La fisioterapia per loro è necessaria e va fatta in sedute di quasi un’ora al giorno. Ma purtroppo è noiosa. “E il ballo è un’ottima alternativa – aggiunge – altrettanto efficace, ma più divertente”.

La malattia di Parkinson – spiega il prof. Nereo Bresolin, Direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università degli Studi di Milano – è una patologia che porta alla bradicinesia, ovvero a disturbi dell’equilibrio, tremore e ipertono “plastico”. La tendenza dei pazienti è quindi quella di ridurre il movimento e di isolarsi dall’attività sociale.

La musica in genere, dal teatro al ballo, coinvolge sistemi forti emozionali e automatismi psicologici legati a ricordi musicali e affettivi, soprattutto se il paziente era già propenso ad andare a ballare.

Tutto ciò fa sì che si antagonizzino alcuni dei sintomi parkinsoniani: considerando che i due sistemi motori sono, nell’uomo, quello “piramidale”, o volontario, e quello “extrapiramidale”, o involontario, possiamo dire che l’intenzione al movimento crea una prevalenza del primo, facendo (transitoriamente) scomparire o ridurre la funzione patologica dell’extrapiramidale”.

http://www.repubblica.it/scienze/2011/08/02/news/danza_parkinson-19910281/

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